domenica 3 maggio 2009

Cani attori








Molti amici e clienti mi chiedono spesso se esistano o meno in Italia delle scuole per la preparazione di cani attori, o semplicemente alcuni indirizzi utili a cui rivolgersi per far partecipare i propri cani ai cosiddetti “casting cinematografici”.
L'attività di addestramento degli animali per il cinema un tempo veniva svolta dai circensi, i quali erano in grado di fornire, oltre all'animale richiesto, un buon numero di figuranti e stunt man.
Oggi le produzioni si avvalgono di figure professionali specializzate dalla comprovata esperienza nel settore, con un crescente interesse verso la figura più complessa “dell'animal trainer” (che si occupa di più specie animali), la quale è sempre più richiesta e preferita rispetto a quella dell'addestratore di “cani attori”.
Premesso questo, credo che sia doveroso specificare che le produzioni fin dalla prima sede (la sceneggiatura) hanno le idee piuttosto chiare sul cane a cui sono interessati.
Sono infatti gli autori che normalmente scelgono nel loro immaginario i soggetti a seconda del messaggio che vogliono dare.
Il cane, già nelle primissime fasi di scrittura di un film o di uno spot, sarà alto o basso, di piccola, media o grande taglia; di una razza piuttosto che un'altra, con pelo lungo o corto, lasciando poco spazio alle ricerche “last minute” o semplicistiche.
Da qui si può facilmente intuire che i cosiddetti “casting” per i cani attori, nella realtà dell'industria cinematografica, non esistano o siano pressoché inutili nel caso fossero proposti da qualcuno.
Questo non significa però che il vostro cane non potrebbe interessare ad un professionista del settore. Può capitare, ma accade raramente, che un animal trainer usi animali che non siano di sua proprietà.
I motivi sono molti, a partire dalla fiducia incondizionata(anche reciproca) che l'animale deve avere nei confronti dell'addestratore (particolarità che si conquista dopo molto tempo e lavoro), per arrivare alla preparazione millimetrica di esercizi di varia natura, passando per il fattore sicurezza.
A questo si aggiungano i costi di un set (migliaia di euro all'ora – considerando tutto il personale interessato).
Al regista non si può certo rispondere <<aspetti un attimo>> oppure <<il cane non riesce a fare questo o quello>>, o peggio ancora <<Un attimo e riproviamo...>>. “L'attimo” costa molto alle produzioni e, giustamente, non lo concedono mai.
Per questo ed altri motivi, quindi, le proposte di “casting” per cani attori non hanno nulla a che vedere con la vera realizzazione di un film o di uno spot, ma restano dei semplici database di cani (spesso non adatti sotto il profilo caratteriale o dell'addestramento) che nessuna produzione guarderà mai (perché non è così che li cercano).
Le produzioni conoscono bene i pochissimi rappresentanti di questa disciplina e nel caso in cui non ci fossero soggetti disponibili in quel momento, non rischiano migliaia di euro/ora con soggetti alternativi che non possono dare garanzie di riuscita, ma li cercano attraverso le agenzie estere (l'ultimo “Rex” è solo uno dei tanti esempi).
Poi c'è un mito da sfatare per quanto concerne la “bellezza” del cane: i cani per il cinema sono in prima battuta “iper addestrati”, in seconda battuta sono “iper socializzati” ed in terza sono caratteristici – non belli o brutti.
Al film non interessa molto che il cane sia campione ACCP, BOB, abbia vinto i mondiali di morfologia o sia semplicemente “bello” per il proprietario o per il gusto del regista. I soggetti proposti passano normalmente al vaglio del “direttore di fotografia”, il quale ne riconosce le particolarità funzionali in virtù dei parametri e dei criteri cinematografici (che sono tutta un'altra faccenda).
In merito alle scuole, si fa prima a chiedersi una cosa: come mai gli addestratori per il cinema sono pochi mentre gli addestratori “generici” sono molti? Dove sta la differenza tra le due categorie?
La risposta è molto semplice: non tutti i cani possono fare gli attori, così come nessuna accademia potrà mai far diventare un essere umano un attore... se alla base non c'è il talento.
Nel caso dei cani attori questa componente deve esserci da entrambe la parti, e ciò rende la cosa ancora più difficile.
Per prima cosa, quindi, sarebbe opportuno fare un corso di regia, al fine di imparare a vedere le scene attraverso gli occhi del regista e non dell'addestratore. Solo in questo modo, acquisendo cioè la capacità di interpretare un'esigenza tecnico/creativa (quella del regista) si potrà partire con l'addestramento mirato per il set.
I corsi di regia, se ben fatti, aiutano anche a saper leggere le sceneggiature in modo corretto e a prevedere quindi quelle caratterizzazioni che il cane dovrà necessariamente avere in un preciso contesto.
Dopo questo primo passo obbligatorio si passa all'addestramento per il set, sempre che il soggetto sia adatto per tale attività.
Il lavoro da quel momento è molto lungo e impostato sui “close up” (comandi facciali), sulla guida a distanza, sull'interazione naturale con gli estranei, sui comandi “non vocali” (a causa delle microfonature e dei dialoghi che rischiano di distrarre il cane o prevaricare addirittura la recitazione degli attori), sui “target” (il cane guarda o lavora in una direzione opposta a quella dell'addestratore senza un punto di riferimento) e sui movimenti in piccoli spazi (soprattutto quando si gira in interno).
Le scuole per questa particolare attività non esistono ad oggi in Italia, per il semplice fatto che la commistione di studi è multidisciplinare, interdipendente e richiede molto tempo e, come valutazione personale, sconsiglio l'utilizzo del "clicker training". I cani "cliccati" hanno gli occhi maniacalmente fissi sull'obbiettivo (generalmente l'animal trainer o l'oggetto di scena) e si muovono a scatti (troppo velocemente e spesso in modo "robotico") a scapito della naturalezza e dell'interpretazione.
Etologicamente parlando, ma pur sempre di opinione personale si tratta, il clicker è un sistema di addestramento che limita la mente del cane, visto che si basa sul "condizionamento".
Un cane condizionato sarà anche un cane addestrato, ma poco capace di prendere iniziative personali in particolari situazioni si scena (il cane deve capire cosa sta facendo, in quale contesto - scene dinamiche - e perché).
Il consiglio che posso dare, è quello di cominciare con i corsi di regia, avvicinandosi parallelamente agli studi etologici e di addestramento (ce ne sono di vario tipo, ma sono preferibili quelli a forte base relazionale), passando successivamente alla gavetta con un animal trainer riconosciuto (valutare bene il suo curriculum) che sappia darvi quegli strumenti utili che possano farvi crescere in termini professionali.



In questo spezzone tratto dal film “Qualcosa è cambiato” (Gracie Films – 1997 - Columbia/TreeStars Pictures) il simpatico Griffoncino di Bruxelles addestrato dal mio carissimo amico e collega Roger Schumacher.
Da notare gli spazi ristretti di lavoro e la difficoltà degli esercizi (ripetuti più volte in modo identico tra l'altro), oltre all'uso dei target e la naturalezza dell'interpretazione.
Molti cani fanno questa serie di esercizi ripetuti a casa, è vero, ma il difficile è farlo a comando, su un set, con attori che il cane non conosce, sotto i riflettori, stando nei tempi, nei tagli di una precisa inquadratura senza mai uscirnere, mantenendo la naturalezza...
Provare per credere.